Gaspare Gherardini, «particolar Padrone, e Protettore» di Alessandro Turchi

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Descrizione

Storia dell’Arte 139, Settembre – Dicembre 2014

Davide Dossi

Gaspare Gherardini, «particolar Padrone, e Protettore» di Alessandro Turchi

Nella Verona del primo Seicento il pittore raccolse l’eredità artistica di Felice Brusasorci e si impose sulla scena locale grazie al sostegno del conte Gian Giacomo Giusti. Anche durante gli anni romani il legame con la patria non subì interruzioni e ciò avvenne per due motivi: la mancanza di pittori locali (falcidiati dalla pestilenza del 1630) e l’ascesa di Gaspare Gherardini, elevato a marchese nel 1633. Il marchese, come pure il fratello Angelo, divenne il promotore dell’arte dell’Orbetto a Verona a partire dagli anni Trenta del Seicento: non solo gli ordinò otto opere per la propria collezione, ma dirottò su di lui non poche commissioni da parte della ricca borghesia scaligera. Attraverso l’analisi del carteggio di Onofrio Santacroce (1568-1604), l’autore offre una nuova e più esaustiva lettura del rapporto del nobile romano con le arti figurative. In particolare alcune lettere autografe dei pittori Giovanni Baglione, Francesco Morelli, Antonio Maria Panico e Francesco Bassano permettono di comprendere le scelte culturali del Marchese anche in relazione ai suoi rapporti con i Mattei e  i Farnese, che dimostrano la sua appassionata ricerca di preziosi dipinti.

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Numero

139