La favola moralizzata nella Roma della Controriforma: Pirro Ligorio e Federico Zuccari, tra riflessioni teoriche e pratica artistica

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Descrizione

Storia dell’Arte 109, Settembre – Dicembre 2004

Caterina Volpi

La favola moralizzata nella Roma della Controriforma: Pirro Ligorio e Federico Zuccari, tra riflessioni teoriche e pratica artistica

Nel corso delle ricerche dedicate all’architetto e antiquario napoletano Pirro Ligorio si è già avuto modo di riconoscere nella cultura artistica promossa da Pio IV (Giovanni Angelo Medici di Marignano 1499-1565; parente, a dispetto del cognome, non già della potente famiglia fiorentina, bensì di san Carlo Borromeo), e diretta e guidata dal Ligorio, una forte matrice filosofica di stampo neoplatonico. Tale filosofia permetteva di integrare, in pieno clima controriformistico, il mito pagano rinascimentale all’interno di decorazioni di destinazione curiale come il Casino o le Logge in Vaticano; a tal scopo le storie antiche potevano essere riutilizzate solo in una chiave fortemente moralizzata. Tra le “favole antiche” la cosiddetta Tavola di Cebete forniva un prezioso modello di moralizzazione utilizzabile in chiave cristiana e permetteva di offrire una visione universalistica di questi stessi miti moralizzati.

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Numero

109