La quadreria e gli affreschi di Palazzo Sforza Cesarini

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Descrizione

Storia dell’Arte 104-105, Gennaio – Agosto 2003

Elisa Debenedetti

La quadreria e gli affreschi di Palazzo Sforza Cesarini

Entriamo dal meraviglioso cortile quattrocentesco, rimasto intatto, per cercare di dipanare in parte la storia di una famiglia, il cui apogeo a Roma può essere segnato tra la fine del Seicento e il Settecento; prendiamo le mosse dal matrimonio di Livia Cesarini e Federico Sforza, avvenuto nel 1673. Per inoltrarci nella storia del gusto che li contraddistingue, è importante tratteggiare i caratteri salienti della loro quadreria, attraverso l’accostamento di due Inventari: il più antico, risalente al 1687 e composto di circa trecento pezzi, è stato pubblicato da Carla Benocci (“Rassegna degli Archivi di Stato”, gennaio-dicembre 2001), con il rinvenimento di sette esemplari; del più recente, invece, datato al 1713, redatto da Antonio Amorosi, drasticamente ridotto di circa un terzo dei quadri rispetto all’Inventario più antico, è stato descritto sommariamente il contenuto da Francesco Petrucci, nel catalogo della mostra su Baciccio, del 1999. Entrambi lasciano tuttavia ampio spazio a ulteriori considerazioni, dovute al rinvenimento di molti altri dipinti; mi soffermerò su un campionario di circa venti, appartenuti alla famiglia e situabili tra gli ultimi trent’anni del Seicento e la metà del Settecento; almeno tre “stragrandi”, come recitano le carte, risalgono a un periodo in cui gli Inventari erano ormai stilati e conclusi. Ne risulta una collezione con caratteristiche sue proprie e imprescindibili.

Informazioni aggiuntive

Numero

104/105