Le Visioni di santa Francesca Romana e Gentile da Fabriano in S. Maria Nova. I riflessi del gotico “tardivo” nella Roma dei Papi 

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Descrizione

Storia dell’Arte 132, Aprile -Agosto 2012

Anna Delle Foglie

Le Visioni di santa Francesca Romana e Gentile da Fabriano in S. Maria Nova. I riflessi del gotico “tardivo” nella Roma dei Papi

L’autrice riprende in esame una serie di tre tavolette molto note, conservate tra New York e Baltimora, con storie legate all’agiografia di Santa Francesca Romana, oblata benedettina olivetana. Le tavolette oggetto di attribuzioni a diversi maestri, sono ora definitivamente  riportate nell’ambito della cultura figurativa di matrice gentilesca sviluppatasi nella curia romana tra i pontificati di Martino V ed Eugenio IV. Nell’articolo viene affrontato il soggiorno di Gentile da Fabriano a Roma a partire dal 1425 fino al 1427 in Santa Maria Nova ai Fori. Si tratta di un contributo di grande rilevanza che offre elementi consistenti per chiarire  la lacunosa vicenda del primo trentennio del quattrocento romano, un milieu ancora goticheggiante per cui la studiosa conia un’apposita categoria di stile “il tardivo” ovvero una persistenza gotica che negli stessi anni troviamo soltanto nella Napoli aragonese. Gentile da Fabriano a Roma è stato ospite degli olivetani fino alla sua morte, e qui sepolto, come attesta la memoria della sua lastra tombale e dove ha dipinto una documentata lunetta proprio al di sopra della tomba del cardinale Alamanno Adimari probabile committente dell’opera. Le opere narrate sulle tavolette hanno costituito inoltre la traccia per gli affreschi antoniazzeschi di Tor de Specchi, e ci forniscono una prova dell’importante segno lasciato dal maestro di Fabriano nell’Urbe.

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Numero

132