Rhetorica christiana e pittura: il cardinal Rusticucci e gli interventi di Cesare Nebbia, Tommaso Laureti e Baldassarre Croce nel presbiterio di S. Susanna

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Descrizione

Storia dell’Arte 107, Gennaio – Aprile 2004

 Alessandro Zuccari

Rhetorica christiana e pittura: il cardinal Rusticucci e gli interventi di Cesare Nebbia, Tommaso Laureti e Baldassarre Croce nel presbiterio di S. Susanna

Negli anni Ottanta del Cinquecento l’antica chiesa di S. Susanna, fondata nel IV secolo presso le Terme di Diocleziano, fu al centro di un rinnovato interesse attraverso l’azione congiunta di due illustri esponenti della Roma di Sisto V: Camilla Peretti, sorella del papa, e Girolamo Rusticucci, vicario generale per la diocesi di Roma. La prima ottenne, nel dicembre del 1586, che la chiesa fosse assegnata alle monache cistercensi e vi fece realizzare la cappella di S. Lorenzo, i cui affreschi sono l’opera più alta di Giovan Battista Pozzo; il secondo, cardinale di S. Susanna dal 1570, nell’ultimo decennio del secolo si dedicò al completo riassetto del suo titolo, che si concluse nel 1603 con il compimento della facciata di Maderno. Un primo risanamento della chiesa promosso dal porporato marchigiano fu registrato nel 1588 da Pompeo Ugonio: «Girolamo Cardinale Rusticucci Titolare à nostri tempi l’ha commodamente rassettata».
Questi lavori, probabilmente volti al ripristino di parti fatiscenti, precedettero di alcuni anni quelli decisamente più radicali che conferirono all’edificio l’aspetto attuale. In questa fase di interventi va collocata l’esecuzione di un dipinto di Santa Susanna, oggi disperso, che il cardinale aveva fatto porre sopra la porta d’ingresso.

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Numero

107