Rodčenko und die Künstler der italienischen Renaissance

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Descrizione

Storia dell’Arte 137/138, Gennaio – Agosto 2014

Anne Rennert

Rodčenko und die Künstler der italienischen Renaissance

L’autrice analizza per la prima volta l’opera di Rodčenko mettendola a confronto per la con l’arte italiana. Sebbene l’artista non sia mai stato in Italia, ne aveva conosciuto l’arte tramite l’insegnamento di Adler, professore all’università di Kasan. A partire dal 1914 l’artista russo aderisce alle esperienze Cubo-futuriste, come si riscontra nel dipinto Danza influenzato dalla Danseuse Bleue di Severini. Secondo quanto afferma V. Stepanova, Rodčenko inizia a collezionare libri, cataloghi ed articoli sul Futurismo. Nel collage Biglietto n. 1, l’artista usa i frammenti di un biglietto di ingresso ad una mostra Cubo-futurista e cartoline postali che riproducono un’opera di Delaunay. Dal 1919 l’artista introduce immagini e frammenti ripresi dal Verrocchio e dalla scultura romana. Negli Anni Trenta insegna fotografia utilizzando immagini da Raffaello e da Tiziano. Ora l’artista pratica pittura, grafica, fotografia, architettura, design, tipografia, scultura, teatro e cinematografia, sviluppando un atteggiamento totalizzante nei confronti dell’arte. L’opera di Leonardo ha esercitato su di lui un forte impatto. Al grande Maestro si ispirano Perpetuum mobile e le Costruzioni spaziali come si nota nello sfondo della fotografia scattata da Kaufmann nel 1922. A partire da questa data, l’artista sospende la pittura e progetta una forma in movimento che definisce «movimento eterno», una forma geometrico-astratta in grado di influenzare la vita quotidiana. Il Ritratto di Luca Pacioli e il Ritratto di un astronomo di Cariani, sono i riferimenti a cui l’artista fa ricorso per le Costruzioni spaziali in sospensione che, insieme a Obstruction di Man Ray, costituiscono i primi mobiles. Sono “oggetti” che si spostano con il movimento dell’aria e che esprimono la quarta dimensione della scultura, ovvero il tempo. Una delle Costruzioni spaziali è stata utilizzata per illustrare la teoria del montaggio cinematografico di Lev Kulešov. Ne La ruota del Reno, fotografia scattata nel circo di Mosca, si colgono riferimenti all’Uomo vitruviano rielaborato in una figura geometrizzata secondo un codice modernista. L’antropocentrismo umanistico di Leonardo ora, nel 1940, diventa la grande oppressione dell’uomo. Questa interpretazione è documentata in vari passaggi del diario dove l’artista lamenta la mancanza di libertà e di ogni via d’uscita. Dal 1932 il mondo immaginario del circo diventa il suo rifugio. L’artista si specializza sul tema di cui conosce tutti i termini tecnici. Si identifica nella figura del clown come rivela il dipinto Giocoliere con palline. Trae molti spunti anche da Mantegna. Le prospettive con scorci violenti sono un accorgimento stilistico per esprimere la dimensione della fotografia esperimentale, come nel Pioniere trombettiere. Lo scorcio del Cristo morto del Mantegna viene usato nel cinema da Sergej Urusevskij per rappresentare la violenza della Seconda Guerra Mondiale. Quando volano le cicogne è il film in stretta relazione con la poetica di Rodčenko sulla crudeltà della guerra e sul bisogno di una riproposta cristiana. Alla fine della vita all’artista non restano che l’arena del circo e il suo atelier, lo spazio della sua immaginazione.

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Numero

137/138