Un’altra “Lettera rubata”. La decorazione della Cappella di S. Maria Maddalena nella Ss. Trinità dei Monti e il vero Noli me tangere di Giulio Romano e Giovan Francesco Penni

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Descrizione

Storia dell’Arte 111, Maggio – Agosto 2005

Antonio Vannugli

Un’altra “Lettera rubata”. La decorazione della Cappella di S. Maria Maddalena nella Ss. Trinità dei Monti e il vero Noli me tangere di Giulio Romano e Giovan Francesco Penni

Nel 1920, Hermann Voss identificò nel Noli me tangere attribuito a Giulio Romano del Museo del Prado il dipinto che l’artista, poco dopo la morte di Raffaello e in collaborazione con Giovan Francesco Penni, aveva originariamente eseguito per l’altare della cappella di S. Maria Maddalena, più tardi divenuta patronato della famiglia Massimo, nella chiesa romana della Trinità dei Monti. In realtà la tavola del Prado ha un’origine quanto mai incerta: nei più antichi cataloghi del museo se ne registra la provenienza dal Museo della Trinidad, una sorta di deposito posto nell’omonimo monastero madrileno in cui nella seconda metà degli anni trenta dell’Ottocento vennero ammassati in via provvisoria tutti i quadri confiscati dai monasteri soppressi delle province di Madrid, Toledo, Avila e Segovia in seguito alla cosiddetta ley de desamortización del primo ministro e ministro delle finanze Juan Alvarez Mendizábal, decreto promulgato il 19 febbraio 1836 che stabilì l’avocazione allo stato dei beni appartenenti agli ordini religiosi estinti.

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Numero

111