Xavier Mellery e “l’anima delle cose”.  Un precursore dell’arte metafisica?

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Descrizione

Storia dell’Arte 109, Settembre – Dicembre 2004

Maria Luisa Frongia

Xavier Mellery e “l’anima delle cose”.  Un precursore dell’arte metafisica?

Xavier Mellery, generalmente considerato un precursore del simbolismo intimista e dello stesso simbolismo, nasce a Laeken, un sobborgo di Bruxelles avvolto in un’atmosfera silenziosa e solitaria, nel 1845; sin da ragazzo è affascinato dal disegno, affinato e approfondito dalla frequenza della Accademia Reale di Belle Arti di Bruxelles ove è ammesso, giovanissimo, nel 1860, trattenendosi per otto anni. Qui matura un’attenta e critica osservazione dell’umanità che lo circonda, di paesaggi e di cose, prendendo i primi contatti col mondo classico. Il momento decisivo ha luogo nel 1870 quando vince il Prix de Rome che gli consentirà di godere di un congruo sussidio per una permanenza di quattro anni in Italia. Per lui questo periodo è quello nel quale apprende ad operare in uno spazio razionale e ben definito, costruito sulle regole della prospettiva; i suoi interessi sono rivolti soprattutto a Venezia, Firenze, Roma, non soltanto sotto il profilo dell’osservazione dal vero, della disposizione dei volumi, dello studio fisionomico, come appare dai suoi numerosi disegni, ma anche dalle monumentali architetture, dalla realizzazione e dalla collocazione spaziale dei grandi edifici pubblici e privati, un’esperienza che gli sarebbe stata preziosa negli anni della maturità per i suoi ambiziosi progetti decorativi, pur non realizzati.

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Numero

109