Giovanni Dalmata e la Dalmazia nei viaggi e negli scritti di Adolfo Venturi

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Descrizione

Storia dell’Arte 139, Settembre – Dicembre 2014

Maria Giulia Aurigemma

Giovanni Dalmata e la Dalmazia nei viaggi e negli scritti di Adolfo Venturi

La scultura rinascimentale degli artisti dalmati era stata riscoperta da studiosi di lingua tedesca, ma Adolfo Venturi compie all’inizio del Nocevento una duplice riappropriazione dell’arte dalmata del Quattrocento come arte italiana e di conseguenza del suo territorio. Per Giovanni Duknović da Traù (Trogir) e altri scultori rinascimentali, Venturi crea un nuovo linguaggio per la scultura, assente sino ad allora nella storiografia italiana, miscelato con quello per la pittura e in questo caso finalizzato a sopravanzare quello di scuola tedesca, una seconda riappropriazione rivelata dalla vivacità della prosa nell’individuazione dello stile. Si deduce dalla descrizione delle opere e da tracce lasciate negli scritti, un primo viaggio in Dalmazia sinora non noto, compiuto per studio ma anche per fini politici, manifesti nel secondo viaggio alla vigilia del conflitto mondiale, in un libro del 1917 e nell’autobiografia; si dà così attenzione a un ruolo e a un periodo della vita di Venturi (durante e dopo la guerra) meno indagato.

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Formato

Singolo Articolo

Numero

139