La Tempesta di Giorgione

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Descrizione

Storia dell’arte 124, Settembre – Dicembre 2009

Maurizio Calvesi

La Tempesta di Giorgione

Siamo di fronte a una prova pittorica che inaugura la modernità, sia nell’“impressionistico” (come di una istantanea) ma dettagliato sguardo che osserva laicamente un provocante evento naturale, sia nella sapiente fusione costruttiva delle forme e dei colori nella luce, che ridimensiona il disegno come definizione preliminare dei contorni. È tuttavia, pur sempre, l’età di un naturalismo non fine a se stesso; ma inteso a narrare una favola o approfondire il sentimento della natura nelle sue interferenze con il mito. All’iconologia spetta dunque il compito di rintracciare la valenza delle figure, delle loro azioni, del contesto culturale in cui si collocano; compito reso difficile dall’assenza di precisi attributi iconografici nella descrizione delle immagini. Ciò, peraltro, non indizia di necessità la mancanza di un significato.
Silenzio e sospensione insinuano nell’immagine un sentore di mistero, che fa da sponda all’enigma del soggetto, inattendibilmente tradotto più volte (una «cingana» e un «soldato» vi vide per primo il Michiel), più spesso e più ingenuamente negato come si trattasse di una scenetta campagnola suggerita dalla fantasia.

Informazioni aggiuntive

Numero

124