Lipsia 1928: Franz Roh e il Novecento italiano

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Descrizione

Storia dell’Arte 113/114, Gennaio – Agosto 2006

Elena Pontiggia

Lipsia 1928: Franz Roh e il Novecento italiano

Uno degli errori in cui spesso sono incorsi gli studi sull’arte italiana fra le due guerre è stato considerare quel periodo in una prospettiva troppo italiana, sottovalutando le affinità, le analogie, ma anche le effettive, concretissime relazioni con l’arte e la critica europee. Così il “Novecento”, che fin dai suoi esordi volle chiamarsi italiano, ma a cui l’acceso nazionalismo non impediva i contatti con l’arte d’Oltralpe, è stato analizzato, se si escludono poche eccezioni, soprattutto in rapporto con le nostre vicende storiche. Il che, per inciso, ha portato a sopravvalutarne il legame col Fascismo. Meno indagata è stata la sua trama di relazioni con i movimenti europei dell’epoca, a cominciare dall’ambiente francese del Ritorno all’Ordine e dalla Nuova Oggettività tedesca. Eppure, per rilevare solo un indizio, piccolo ma significativo, Margherita Sarfatti era uno dei pochi abbonati, in Italia, alla Nouvelle Revue Française, la rivista di Gide, Proust e Lhote, protagonista del Ritorno all’Ordine: i numeri di quella storica pubblicazione si trovano ancora oggi nella sua biblioteca, elegante- mente rilegati ma piuttosto gualciti, come accade ai fogli che si leggono e rileggono. Dal classicismo di Gide e dalla lezione di Ruskin (non dal Fascismo), mutua per esempio il concetto di “gerarchia”, da lei usato fin dai primi anni del secolo, appunto nell’accezione gideana di caratteristica fondamentale dell’arte.

 

Informazioni aggiuntive

Numero

113/114