Venere effimera e Venere perenne. II – Francesco Colonna verso la cultura fiorentina (e una troppo maldestra “traduzione”)

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Descrizione

Storia dell’Arte 109, Settembre – Dicembre 2004

Maurizio Calvesi

Venere effimera e Venere perenne
II – Francesco Colonna verso la cultura fiorentina (e una troppo maldestra “traduzione”)

Nel recente, inaspettato incontro tra enigmi della letteratura o storia dell’arte e misteri polizieschi del giallo, la nascita di un nuovo genere letterario porta alla ribalta della pubblica curiosità opere, come l’Hypnerotomachia Poliphili, che solo un ristrettissimo numero di persone conosce davvero, e che erano note comunque, anche superficialmente, soltanto alla cerchia degli specialisti. Dopo Il codice da Vinci, un altro romanzo di successo americano, ma ora anche europeo, The Rule of Four (titolo italiano: Il codice del Quattro), colloca Il sogno di Polifilo al centro di una vicenda noire che prende però le mosse dalla bibliografia specifica: un professore di storia dell’arte (cioè il sottoscritto!) insiste per decenni nel restituire al nobile romano Francesco Colonna l’opera erroneamente ascritta all’omonimo frate veneziano, e incontra (come effettivamente mi è accaduto) le rabbiose e diffamatorie reazioni di un certo milieu accademico, istigato da un furibondo studioso il cui nome è legato all’ attribuzione sbagliata e che teme di perdere, così smentito, il proprio prestigio: fin troppo scoperto è il riferimento a un eminente filologo, quale Giovanni Pozzi. Di qui una sequenza di rocambolesche e addirittura cruente vicende.
La prima parte di questo studio – Maurizio Calvesi, Venere effimera e Venere perenne I – Botticelli, Bronzino, Rubens, Piero di Cosimo, Lotto –  è pubblicata in “Storia dell’arte” numero 108, Maggio – Agosto 2004.

Informazioni aggiuntive

Numero

109