Una “invenzione” di Vincenzo Borghini e alcune pale d’altare con La Pentecoste. Note d’iconografia e di stile

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Descrizione

Storia dell’Arte 113/114, Gennaio – Agosto 2006

Alessandro Nesi

Una “invenzione” di Vincenzo Borghini e alcune pale d’altare con La Pentecoste. Note d’iconografia e di stile

Tra il 1567 e il 1568 Giorgio Vasari dipinse una Pentecoste per l’altare di Agnolo Biffoli, tesoriere di Cosimo I de’ Medici, in S. Croce a Firenze, basandosi su un programma iconografico messo a punto per l’occasione da Vincenzo Borghini, e che variava la tradizionale raffigurazione dell’episodio tratto dagli Atti degli Apostoli (II, 1-13) consistente nelle sole figure della Vergine e dei dodici seguaci di Cristo sedute, coronate da fiammelle, e sovrastate dalla colomba dello Spirito Santo.
Sotto a quest’ultima, infatti, il Borghini aggiunse sette angeli personificanti i doni concessi da Dio agli uomini secondo un passo biblico del Libro di Isaia (X, 1-2), e ciascuno caratterizzato da attributi iconografici, colori, e posizione specifici.

Informazioni aggiuntive

Numero

113/114